A tempo debito, il documentario sul carcere… anzi no, sulle persone.
“A tempo debito” racconta cinque mesi di incontri all’interno di un carcere preventivo, per tenere un corso di cortometraggio. A cosa servirà mai a un detenuto in attesa di giudizio fare un corso di cortometraggio?
Uno è portato a pensare che i film ambientati in carcere parlino di carcere, di sbarre, di violenza, di soprusi. Ci si aspetta di vedere il lato oscuro di un luogo, di sentire parlare i detenuti di libertà, di pena, di delitti, di ingiustizia.
“A tempo debito” ha molto poco di tutto ciò. Vederlo serve a dare risposta alla domanda sul senso del corso di cortometraggio, ma questa è l’unica risposta che otterremo. Per il resto, ci lascia pieni di nuove domande, non sul carcere, ma su di noi, che eravamo così convinti, prima, di sapere dov’è il giusto e dove lo sbagliato.
Un documentario di JengaFilm, in prima visione a Padova.
Alla fine del corso, i detenuti hanno prodotto un cortometraggio: “Coffee, sugar and cigarettes”.
(Noi curiamo l’Ufficio Stampa).
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