Un flashmob per dire no ai nuovi impianti sulle Dolomiti.

4 Settembre 2020
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Ieri, sulle cime delle 5 torri, a Cortina d’Ampezzo, 10 cordate hanno issato degli striscioni per dire NO ai nuovi impianti e per chiedere più rispetto per l’ambiente alpino. 

Come agenzia ci siamo occupati di far circolare la notizia e siamo felici che decine di media, online, quotidiani e radio, l’abbiano condivisa, dando vita ad un acceso dibattito sui social network.

Purtroppo il messaggio di chi dice NO viene spesso banalizzato, come quello di chi si oppone ad ogni innovazione e allo sviluppo economico.

Non è così nel nostro caso: vorremmo che il NO fosse uno spunto per una riflessione più approfondita, che si lavorasse, tutti assieme, e non solo i grandi imprenditori degli impianti, per elaborare una vision per il turismo del futuro, dove l’ambiente non può non essere centrale. 

Non siamo contrari alle infrastrutture, vorremmo però che avessero un senso nell’ambito di un progetto e di una visione ampia, che tenga conto anche delle esigenze sociali, economiche e culturali di chi vive in montagna.Inseguire solo il turismo dello sci, ingaggiando una lotta a base di km di piste, è un’impresa miope, se non altro per impietose ragioni climatiche.

Occorre pensare ad una economia diffusa, alla mobilità, ai servizi per i cittadini e non solo per i turisti, ad una offerta di alto livello che si rivolga a chi cerca un ambiente unico, l’esperienza, il contatto con la montagna. 

Le cose da fare sono tante e ci sembra che appiattire la discussione solo sullo sci sia un errore grave.